Chentrosaurus

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Chentrosaurus Kentrosaurus aethiopicus
                                                 
Kentrosaurus aethiopicus
Erbivoro quadrupede appartenente agli Stegosauridi, dinosauri a placche. Il suo nome significa "lucertola con spuntoni". Piuttosto comune nei terreni del Giurassico superiore della Tanzania, Africa orientale, questo dinosauro è noto per il suo aspetto particolarmente spinoso. Era di medie dimensioni, circa 5 metri di lunghezza. Il suo peso da adulto poteva raggiungere le 2 tonnellate;

La testa del Kentrosauro era molto piccola e di forma piatta e allungata; il muso terminava con un becco corneo privo di denti, molto utile per strappare le fronde o per schiacciare piccoli semi dal guscio legnoso. Il cervello non era più grande di una noce, alloggiato in una cavità lunga almeno 6 cm; Si era adattato molto bene al suo ambiente.

Uno degli aspetti più curiosi del Kentrosauro è rappresentato dalle placche e dagli spuntoni del collo, del dorso e della coda. Dal collo fino alla sommità della schiena questo dinosauro presentava una doppia fila di placche ossee a forma di foglia e ricoperte di pelle, forse percorse da una fitta rete di capillari. Secondo i paleontologi, le placche vascolarizzate avevano lo scopo di regolare la temperatura, come nello Stegosauro. Dalla metà del dorso le placche erano sostituite da spine ossee che arrivano anche a 60 cm di lunghezza e terminavano sulla coda con una coppia di spuntoni lunghi circa un mt. A queste difese si aggiungeva una coppia di spine che fuoriuscivano dal bacino.

Come in tutti gli Stegosauri, la muscolatura del Kentrosauro era particolarmente sviluppata tra la base della coda e il femore. Era inoltre potenziata da un sistema di tendini, raccolti in fasci, che permettevano di mantenere la coda sollevata. in caso di pericolo l'animale voltava le spalle all'assilitore, agitando la coda con le sue temibili spine come arma di difesa. Pur non essendo un animale di grande cervello, il Kentrosauro doveva essere dotato di una certa agilità e adattabilità.

Dopo l'accoppiamento le femmine deponevano uova di forma ovale lunghe forse una ventina di cm. in un nido costituito da terriccio e vegetali che marcendo avrebbero tenuto al caldo le uova, come in una incubatrice naturale. I giovani e i cuccioli erano probabilmente protetti dalla madre fino al raggiungimento dell'indipendenza alimentare. Non è inverosimile immaginare che i giovani si affrontassero per gioco in finti duelli che permettevano di irrobustire la muscolatura e imparare le diverse tecniche di difesa. Branchi numerosi potevano essere molto utili nella difesa degli individui più deboli, anche se, probabimente, il Kentrosauro non avesse troppi nemici: persino i terribili Allosauri che abitavano l'emisfero meridionale del Giurassico temevano le sue difese.