Home          

Sivapithecus Ramapiteco 10,5 - 12,5 Ma Pakistan 1979
                                                                 
Sivapithecus: EX Ramapithecus

Classificazione scientifica:
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Primates
Famiglia: Hominidae
Sottofamiglia: Ponginae
Genere: Sivapithecus
Sinonimi:
Ramapithecus
Nomi comuni:
Sivapiteco; Ramapiteco

Genere estinto di primati. Ognuna delle specie incluse in questo genere potrebbe essere stata la diretta antenata dei moderni orangutan. Resti fossili attribuiti a questo genere, databili da 12,5 a 8,5 milioni di anni fa (Miocene), sono stati rinvenuti sin dal XIX secolo nello Shivalik, regione montuosa situata tra India e Pakistan. Prima di estinguersi, abitavano una grande isola formata dalla Sardegna e da una parte di quella che oggi è la Maremma grossetana.
Nel 1872, fu scoperto un fossile nella miniera di lignite di Monte Bamboli, nel Grossetano, i paleontologi discutono, e talvolta si accapigliano, su che tipo di scimmia fosse questo oreopiteco.
Nonostante le molte stranezze del suo scheletro, nei decenni scorsi era considerato una scimmia del tipo dei cercopitechi, alta come un bambino di sette anni e del peso di una trentina di chili, che viveva sugli alberi e camminava a quattro zampe. Studi recenti hanno dimostrato che l'oreopiteco camminava come l'uomo e non abitava affatto sugli alberi: le sue mani erano troppo corte per offrire una presa sicura sui rami e ricordano, nelle proporzioni, più le nostre mani che quelle delle scimmie arboricole.ed inoltre si è scoperto che aveva il pollice opponibile.
Questa capacità, confermata dalla presenza dell'attaccatura del muscolo che consente il movimento della falange del pollice, è ciò che permette di avere una presa di precisione, ovvero di usare le mani per costruire arnesi.
Poiché le principali caratteristiche che hanno trasformato le scimmie africane in australopiteci e poi in uomini sono stazione eretta, mani con pollice opponibile e aumento della capacità cranica, l'oreopiteco assume un'importanza straordinaria nella comprensione dell'evoluzione umana, anche se non è un diretto antenato dell'uomo.

Probabilmente, vivendo in un ambiente privo di pericoli, l'oreopiteco è sceso dagli alberi perché vivere in terra è meno faticoso, e, forse, ha poi assunto la stazione eretta per trasportare il cibo o i piccoli e le mani efficienti gli servivano per preparare le piante di cui si nutriva. L'ambiente privo di stimoli dell'isola gli ha anche impedito di compiere progressi dal punto di vista intellettivo e 7 milioni di anni fa, quando la parte dell'isola si è congiunta alla penisola italiana, l'oreopiteco è stato sopraffatto sia dai predatori sia da altri erbivori che si nutrivano del suo stesso cibo.

Il primo rinvenimento incompleto di Ramapithecus avvenne in Nepal, sulle rive del fiume Tenau, nel 1932. Lo scopritore (G. Edward Lewis) sostenne che la mascella era più simile a quella umana di ogni altro fossile di scimmia allora conosciuto. Negli anni Sessanta queste affermazioni furono resuscitate e la teoria maggiormente considerata al tempo faceva risalire la separazione fra la linea evolutiva umana e quella delle altre scimmie a circa 15 milioni di anni fa. Successivi studi biochimici hanno incrinato questa valutazione, suggerendo che vi fu prima una separazione tra gli antenati degli orangutan e quelli di scimpanzé, gorilla e umani. Al momento si ritiene che la specie umana si sia separata definitivamente dalle altre scimmie africane circa 5 milioni di anni fa, non 15 o 25.

Il Sivapithecus raggiungeva circa 1,5 metri di lunghezza, una dimensione paragonabile a quella dei moderni orangutang; l'aspetto complessivo era simile a quello degli scimpanzé, ad esclusione della faccia, più simile all'orango. La forma del polso e le proporzioni generali del corpo indicano che suddivideva il suo tempo tra la vita a terra e quella sugli alberi.
I grandi canini e i robusti molari suggeriscono una dieta a base di cibi duri, come i semi e le erbe della savana.