Cephalaspidomorphi

Cephalaspidomorphi Cephalaspidomorphi Bryozoa
                                                                 
Cephalaspidomorphi: Gruppo tassonomico non più utilizzato che raggruppava alcuni pesci senza mascella: tra questi, gli estinti osteostraci e le attuali lamprede.

Si pensava che questi due gruppi potessero condividere un'origine comune a causa della struttura delle branchie estremamente simile tra loro. Queste caratteristiche hanno fatto supporre per lungo tempo che i due gruppi, insieme a quello degli anaspidi, fossero strettamente imparentati e raggruppati in un solo clade. Le teorie più recenti, però, suggeriscono che queste caratteristiche siano frutto di convergenza evolutiva.

Classificazione scientifica:
Dominio: Eukaryota
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Ramo: Bilateria
Superphylum: Deuterostomia
Phylum: Chordata
Subphylum: Vertebrata
Infraphylum: Agnatha
Classe: Cephalaspidomorphi
Ordini
Petromyzontiformes
Osteostraci

Da studi su ritrovamenti fossili emerge che i Briozoi sono comparsi, con innumerevoli specie, nel Cambriano, ed ebbero la massima espansione nel periodo tra l'Ordoviciano e il Carbonifero, con la comparsa di numerose nuove specie, e nel periodo tra Giurassico e Cretaceo.

I singoli animali sono protetti da uno zooide, involucro allungato a doppia parete di tipo calcareo o chitinoso che formano lo scheletro.
Le colonie assumono forme molto variegate, da massicce a molto esili, erette o piane.
Le parti molli che ricordano vagamente i polipi dei coralli presentano muscoli retrattori che permettono all'animale di rientrare nello zooide in caso di necessità. La bocca è provvista di lofoforo, organo costituito da tentacoli.
Il tratto digestivo è ricurvo ad U, con ano vicino alla bocca nella parte superiore e stomaco e intestino in quella inferiore.
Animali ermafroditi. Si riproducono soprattutto per gemmazione. All'interno della colonia si ritrovano individui modificati per svolgere funzioni differenti.

Animali piccoli di dimensioni circa 1 mm di diametro fino a 5 mm di lunghezza. Animali coloniali formano colonie di varie forme e dimensioni di 1000 o più individui. Non mancano tuttavia colonie formate da milioni di individui che arrivano ad una lunghezza di oltre un metro in altezza e larghezza.

Sono animali quasi esclusivamente marini. Si ritrovano soprattutto diffusi in zone litoranee su substrati rocciosi, acque in movimento o calme e ben ossigenate. Le colonie formano delicate incrostazioni su conchiglie e rocce di sostegno.
Si nutrono di organismi microscopici come piccole alghe e protozoi in sospensione nell'acqua.
Molto frequenti alla profondità di 10 - 500 metri si ritrovano tuttavia anche oltre i 6000 metri. La grande distribuzione geografica e plasticità ecologica (sia in climi tropicali sia freddi) hanno facilitato la loro diffusione e l'importanza come fossili per le correlazioni stratigrafiche.

LOCALITA' DI RITROVAMENTO: barriere coralline fossili, sedimenti marini, scogliere. Principalmente in sedimenti carbonatici o arenacei poco consistenti. Sono stati rinvenuti fossili in località sparse in tutto il mondo.