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| Cephalopoda | Cefalopodi |  |  |  |  |  | Cephalopoda: Cefalopodi Molluschi esclusivamente marini, tra i più evoluti, con conchiglia ridotta internamente o del tutto assente, prettamente nectonici (come le seppie
 e i calamari) o bentonici (come il polpo e il moscardino). Si svilupparono in una grande moltitudine di forme durante il Mesozoico, colonizzando
 praticamente tutti gli ambienti marini con i gruppi dei nautiloidi, ammonitoidi e belemnoidi, gli ultimi due totalmente estinti. Ipotesi recenti considerano
 i cefalopodi derivati direttamente da monoplacofori con conchiglia a spiralizzazione più accentuata; si suppone che la regione apicale del sacco dei
 visceri di questi molluschi si ritirasse di tanto in tanto e il mantello che li ricopriva formasse una serie successiva di setti (separatori) calcarei interni, delimitando cavità ripiene di gas. Ciò produsse una sempre maggiore leggerezza, caratteristica che permise loro di acquisire un galleggiamento neutro per potersi spostare nel liquido con minor sforzo. Durante questi primi stadi evolutivi, i cefalopodi acquisirono velocità e capacità di predazione,
 sviluppando un capo dotato di lobi prensili, derivati da tentacoli semplici di monoplacofori ancestrali. Le dimensioni sono molto variabili, da pochi
 millimetri a vari metri nel caso del calamaro gigante, il più grosso invertebrato esistente.
 
 La classe dei cefalopodi è insieme a quella dei bivalvi quella più sviluppata del gruppo dei molluschi e includono la seppia, il Nautilus, il calamaro,
 il polpo. Si tratta di animali la cui testa è circondata da tentacoli che fungono da arti (da cui il nome cefalopodi dal greco kephalè, testa e pùs,
 piede). Alcune forme hanno acquisito un elevato grado di idrodinamicità eliminando la conchiglia esterna, come ad esempio la seppia, che si muove
 rapidamente nell'acqua grazie all'espulsione forzata di getti d' acqua prodotti per il rapido contrarsi ed espandersi del manto muscolare.
 I Cefalopodi si differanziano tra loro come possessori di conchiglia esterna,come il Nautilus, o interna, come nel caso della seppia. Tutti i cefalopodi,
 ad eccezione del Nautilus, possiedono all'interno del corpo un'apposito sacchetto dentro il quale viene immagazzinato un inchiostro che viene emesso
 in acqua con la funzione di distrarre potenziali nemici predatori. I polipi vivono in cavità sul fondale roccioso in acque poco profonde, cacciando di
 notte crostacei e altri piccoli molluschi.
 
 La classe dei Cefalopodi è assai diversa dalle altre del tipo, sebbene l' anatomia, l' organizzazione, sia sostanzialmente la stessa. Il piede si può
 considerare fuso con il capo (e da ciò deriva il nome della classe, dal gr. kefalé, capo, e podžs, piede), che è ben distinto dal resto del corpo e
 da cui si dipartono lunghi tentacoli con ventose, organi di presa e di adesione. La conchiglia, eccettuati pochi casi come il Nautilus, è molto ridotta
 e interamente ricoperta da tessuti molli. Le branchie sono due o quattro, sono contenute nella cavità del mantello, e sono comunicanti con l'esterno
 per mezzo del sifone. L'acqua viene introdotta nella cavità del mantello, poi viene spinta all'esterno con forza attraverso il sifone, imprimendo un
 movimento a ritroso all'animale. Organi interessanti dei Cefalopodi sono gli occhi, molto simili a quelli dei Vertebrati. Questi animali sono tutti marini
 e carnivori. A seconda del numero delle braccia si dividono in Decapodi e Ottopodi. Sono predatori efficienti di invertebrati e pesci, capaci di propulsione a getto e dotati di tentacoli per trattenere la preda e di una bocca armata da robuste mascelle a forma di becco. Rispetto agli altri molluschi l' apparato digerente ha migliorato la sua resa affidando gran parte dell'azione alla muscolatura liscia. Lo stomaco è costituito da due
 camere comunicanti e la digestione è esclusivamente extracellulare.
 
 Caratteristiche principali:
 Assenza di conchiglia esterna, presente solo nei nautiloidi; Locomozione tramite cavità del mantello che forma l' imbuto cromatofori; Produzione di inchiostro; Occhio complesso (ad eccezione del nautilus); Sistema circolatorio chiuso dotato di 3 cuori branchiali;
 Riproduzione con spermatofori.
 
 Caratteristiche esterne:
 Il capo è massiccio e distinto dal tronco da un collo; gli occhi sono molto sviluppati e appariscenti e di aspetto simile a quello dei Vertebrati;
 la bocca è situata all'estremità del capo e limitata da mascelle cornee. Attorno alla bocca si trovano situati a corona i tentacoli. Il tronco è ricoperto
 dal mantello, che forma ventralmente la cavità palleale, molto ampia, dove sono contenute le branchie e vi sboccano l'intestino, i dotti escretori e i
 gonodotti. La cavità palleale si insinua anche dorsalmente in quanto i margini del mantello si ripiegano intorno al collo formando una fenditura che può
 circondare il capo come un anello.Il piede si presenta, nei Cefalopodi, molto modificato rispetto a quello degli altri Molluschi, costituendo l'imbuto e le
 braccia. L'imbuto è situato nella porzione antero-ventrale del tronco e consiste in una lamina i cui margini, nella maggior parte dei Cefalopodi, si
 saldano durante lo sviluppo formando un tubo. In talune specie la lamina può rimanere ripiegata soltanto a tubo senza però che i margini delle pieghe
 si saldino. L'imbuto comunica internamente attraverso un'ampia apertura con la cavità del mantello.La circolazione dell'acqua nella cavità palleale è
 dovuta all'espansione e alla contrazione del mantello. L'acqua fuoriesce dall'imbuto e la violenta espulsione dell'acqua per questa via, dovuta alle
 brusche contrazioni del mantello, fa eseguire all'animale rapidi movimenti retrogradi. La maggior parte del piede rimane incorporata nel capo sotto
 forma di due masse laterali che circondano il capo stesso e da cui hanno origine i tentacoli. La regione del capo, che comprende quindi le braccia che
 sono la principale parte del piede, e la testa propriamente detta, viene denominata cefalopodio. I tentacoli sono nei Nautilus sottili e numerosi, mentre
 nei Dibranchiati sono in numero di quattro paia (Ottopodi) o di cinque paia (Decapodi), robusti alla base e sottili verso l'estremità. Sulla loro faccia
 interna sono muniti di ventose disposte in una o più file longitudinali. Ciascuna ventosa ha la forma di una coppetta cava, limitata internamente da un
 anello cuticolare corneo, collegato alla superficie del tentacolo da un corto e spesso peduncolo.Nei Decapodi, che posseggono dieci tentacoli, vi sono
 due tentacoli che differiscono dagli altri per essere più lunghi e sottili e con una espansione terminale su cui sono localizzate le ventose.
 
 Parete del corpo:
 Il corpo è rivestito da un epitelio cilindrico privo di ciglia in cui si trovano numerose cellule ghiandolari e sensoriali. Al disotto dell'epitelio vi è uno
 spesso strato di tessuto connettivo (derma) nel quale sono incluse delle cellule pigmentate contrattili, i cromatofori, che contengono granulazioni di
 diverso colore (rosso, arancione, bruno, giallo). Ai cromatofori sono inserite radialmente delle fibre muscolari contrattili sotto controllo del sistema
 nervoso centrale che provocano la contrazione e l'espansione dei vari cromatofori con conseguente cambiamento di colore della pelle dell'animale.
 Nel derma più profondo si può trovare uno strato di cellule, gli iridociti, che contengono delle placchette di urati, i quali hanno la proprietà di rifrangere
 fortemente la luce. Sono ben visibili nelle seppie, ai cui tegumenti conferiscono un aspetto iridescente ogni qualvolta vengono contratti i cromatofori.
 L'iridescenza muta secondo l'incidenza dei raggi luminosi, divenendo argentea, bluastra o verdastra. Gli iridociti possono anche essere localizzati in
 gruppi, dando in tal caso origine a macchie dai riflessi metallici. In molte specie di Cefalopodi abissali si trovano sparsi nel tegumento o localizzati in
 determinate aree, i fotofori, organi luminosi aventi una particolare struttura e più o meno complessi. Al di sotto dello strato connettivale vi è poi nei Cefalopodi uno strato di fibre muscolari lisce. Attorno ad ogni ventosa vi è un muscolo circolare che ne allarga e restringe il diametro, mentre alla base della ventosa si inseriscono dei muscoli verticali che provocano l'allungamento e l'accorciamento del peduncolo. In varie regioni del corpo, nell'interno del tessuto connettivo, si differenzia un tessuto caratteristico per le sue cellule stellate che ha la consistenza e la resistenza della cartilagine nei Vertebrati. Nei Dibranchiati i centri nervosi sono compresi in una capsula cartilaginea continua che si estende lateralmente e si incava a formare due emisferi in cui sono contenuti i globi oculari. La cartilagine cefalica protegge quindi il sistema nervoso centrale e concorre a dare al capo una forma ben definita. Attraverso questa capsula passano l'esofago, i dotti salivari e i nervi. Sulle cartilagini del cranio e sulla conchiglia si inseriscono vari muscoli, fra cui i retrattori della testa e dell'imbuto e i retrattori del collo. Questi ultimi sono omologhi ai muscoli columellari dei Gasteropodi, che permettono all'animale di ritirarsi nell'interno della conchiglia. I muscoli retrattori della testa e dell'imbuto formano una specie di guaina che circonda la ghiandola digestiva. I tentacoli sono muniti di una robusta muscolatura costituita da fibre interne longitudinali e da uno strato di fibre circolari.
 
 Conchiglia:
 Gli unici rappresentanti viventi di cefalopodi provvisti di conchiglia esterna sono i nautiloidi, gruppo di molluschi un tempo assai diffuso e diversificato
 del quale sopravvivono solo tre specie. La conchiglia dei Nautilus è sottile e liscia, avvolta dorsalmente su uno stesso piano, e ciò non implica una
 torsione dei visceri come nei gasteropodi. Inoltre, il nicchio è concamerato, presenta un canale che collega i vari compartimenti e permette al gas
 azotato ivi contenuto di passare tranquillamente attraverso i setti trasversali che delimitano le camere, favorendo il galleggiamento dell'animale
 tramite opportune regolazioni di pressione. L'ultima camera, la più grande, è l'unica occupata dalle parti molli dell'organismo, dotato di circa 90
 tentacoli privi di ventose. Analogo significato funzionale hanno gli ossi di seppia e la conchiglia delle Spirula, che permettono gli spostamenti verticali.
 Nei calamari, invece, la conchiglia perde anche tale funzione ed appare ancora più ridotta. Le femmine del genere Argonauta, invece, secernono
 all'evenienza un'ooteca calcarea simile ad una conchiglia, che serve solo per trasportare le uova. Di estremo interesse dal punto di vista evolutivo è lo sviluppo della conchiglia. Le forme fossili di Cefalopodi del Cambriano, come gli Ortocaratidi, hanno una conchiglia concamerata con il sifone mediano. Questa conchiglia è diritta e non spiralata, a forma di cono allungatissimo. In altri Cefalopodi fossili, più recenti, come gli Ophidioceras del Siluriano, la conchiglia appare ripiegata, simile a quella dei Nautilus. Nel Triassico compaiono forme molto affini ai Nautilus; questo genere compare però solo nel Terziario. Nel Dibranchiato del genere Spirula la conchiglia è avvolta a spirale nel medesimo piano di quella dei Nautilus, ma in senso ventrale anziché dorsale, e il sifone invece di trovarsi al centro dei setti è spostato ventralmente. La conchiglia di Spirula è molto ridotta di dimensioni e l'ultima concamerazione è già troppo piccola per contenere l'animale. La conchiglia è ricoperta quasi tutta dalle pieghe del mantello e solo una piccola parte è esterna. In tutti gli altri Dibranchiati la conchiglia è interna, ricoperta completamente dal mantello che dorsalmente ad essa forma il cosiddetto sacco cocleare, le cui pareti secernono strati calcarei che, aggiungendosi alla superficie originariamente esterna della conchiglia, formano un prolungamento posteriore al rostro. La conchiglia interna presenta nei vari gruppi di Dibranchiati una serie di modificazioni che consistono nella riduzione della parete ventrale rispetto a quella dorsale, il proostraco, mentre la parete concamerata è ridotta alla sola porzione posteriore e rappresentata da setti fra loro ravvicinatissimi. La parete concamerata è detta fragmocono. Nella seppia (Sepia officinalis) il proostraco è costituito da strati paralleli, posteriormente vi sono il fragmocono e un piccolo rostro. Nel calamaro (Loligo vulgaris), in Sepiola e Ommastreptes non si ha più il fragmocono, né calcificazione, e la conchiglia è ridotta a una sottilissima lamina chitinosa che rappresenta il proostraco, e a un piccolissimo cono apicale posteriore. Negli Ottopodi la conchiglia è del tutto assente.
 
 Sistema nervoso e organi di senso:
 Il cervello dei Cefalopodi raggiunge, insieme a quello degli Insetti, la maggiore complessità fra gli Invertebrati. Sono presenti i gangli tipici dei
 Molluschi, con la differenza però che qui sono estremamente voluminosi e condensati intorno all'esofago a formare una massa compatta. I gangli
 cerebroidi sono situati al di sopra dell'esofago, mentre i gangli pleuroviscerali e pedali sono uniti in una massa voluminosa sottoesofagea che ha
 funzioni essenzialmente motrici. Due regioni della massa sottoesofagea controllano l'estensione dei cromatofori e cioè il colore dell'animale. I gangli
 cerebroidi si collegano ai gangli pleuroviscerali attraverso una commissura posteriore che contiene numerosi neuroni, e ai gangli pedali con una
 commissura anteriore. Dai gangli cerebrali partono i nervi ottici e talvolta la massa cerebrale può presentare una porzione anteriore staccata dalla
 massa centrale: i gangli sopraboccali.Dai gangli pedali partono i nervi tentacolari che vanno alle braccia; dai gangli pleurali della massa pleuroviscerale si dipartono dei nervi palleali che attraversano lateralmente la parete del mantello dorsalmente all'esofago. Ciascuno di essi presenta un ganglio palleale o ganglio stellato. Sempre dalla massa pleuroviscerale partono, in corrispondenza dei gangli viscerali, due nervi viscerali che si riuniscono posteriormente con una commissura viscerale che si continua coi nervi branchiali e che comunica col ganglio gastrico.
 
 Gli organi di senso sono particolarmente sviluppati nei Cefalopodi. La sensibilità tattile è localizzata soprattutto nei tentacoli ed è dovuta alla presenza
 di numerose cellule bipolari sparse nell'epidermide e a terminazioni di fibre sensoriali. Soltanto il genere Nautilus, unico fra tutti i Cefalopodi, presenta
 gli osfradi; questi sono localizzati alla base delle branchie anteriori. Gli organi olfattori sono presenti in tutti i Cefalopodi e consistono in una fossetta
 sensoriale situata al di sotto dell'occhio, tappezzata da cellule bipolari. Il senso dell'equilibrio è dato da due statocisti situate nella cartilagine cefalica.
 Si tratta di due cavità di forma irregolare, da ciascuna delle quali parte un canalicolo chiuso. L'epitelio della statocisti è appiattito, salvo in due regioni
 dove le cellule sono alte e ciliate e in contatto con terminazioni nervose che emergono dai gangli pedali, ma provengono, come si verifica anche negli
 altri Molluschi, dai gangli cerebroidi. Le statocisti sono piene di endolinfa e contengono uno statolite di forma irregolare.
 
 L'occhio, che nel Nautilus è privo di apparato rifrangente, è vescicolare, aperto all'esterno e raggiunge, nei Cefalopodi Dibranchiati, uno straordinario
 grado di perfezione; esso, per un effetto di convergenza funzionale, assomiglia molto a quello dei Vertebrati. I tegumenti a livello dell'organo si
 sollevano formando una piega circolare la cui fessura si può restringere e allungare per azione di un muscolo orbicolare. La cornea è trasparente e
 dentro di essa si trova la camera anteriore dell'occhio in cui sporge una piega anulare, l'iride, costituita da una cartilagine e da fibre muscolari. Il fondo
 della camera anteriore è occupato dal cristallino, trasparente, di forma biconvessa, sostenuto da due processi ciliari che contengono fibre muscolari
 radiali. La camera anteriore nella seppia comunica con l'esterno attraverso un orificio corneale. La camera posteriore dell'occhio contiene l'umor vitreo
 ed è tappezzata dalla retina le cui cellule retiniche sono rivolte verso la sorgente luminosa (occhio everso) a differenza di quanto si verifica nei
 Vertebrati. Da ciascuna cellula retinica parte una fibra nervosa che raggiunge il ganglio ottico da cui parte il nervo ottico, che raggiunge il ganglio
 cerebroide. Alla base della retina vi è una membrana limitante interna, pigmentata.
 
 In alcune specie di Dibranchiati, come nei Chirotheuthis, vi sono particolari organi sensoriali noti come occhi termoscopici, situati nelle pinne caudali,
 la cui funzione sarebbe quella di percepire le radiazioni termiche. Appaiono come macchie di color arancione, rotondeggianti, ciascuna costituita da un
 globo formato da una lente nera appoggiata al tegumento al di sotto della quale si trovano delle grosse cellule trasparenti disposte intorno all'asse del
 globo che è occupato da una terminazione nervosa. I gangli calorifici, attraversando la lente nera, si contrarrebbero al polo di questa e verrebbero
 raccolti da una cellula nervosa situata precisamente al polo della lente (COLOSI).
 
 L'apparato digerente:
 La bocca è circondata da una membrana che forma una specie di labbro circolare al di sotto del quale sporgono 2 mascelle cornee di cui l'inferiore
 ricopre quella superiore, simili a quelle di un becco di pappagallo. All'interno della bocca vi sono la lingua, la radula e le ghiandole salivari, che sono
 comprese in un bulbo boccale dalle pareti muscolose che si appoggia posteriormente sul cranio cartilagineo. Robusti muscoli si inseriscono nelle
 mascelle e sulla cartilagine che sostiene la radula. Le ghiandole salivari dei Cefalopodi, sviluppatissime, sono situate nel bulbo boccale e
 immediatamente dietro la testa. Negli Ottopodi la secrezione di alcune ghiandole salivari è velenosa ed ha azione proteolitica. L'esofago è spesso
 dilatato a formare una specie di gozzo. Lo stomaco ha le caratteristiche di un ventriglio con muscoli circolari salienti che formano dei rilievi sulla
 superficie interna. All'inizio dell'intestino medio vi è un diverticolo cieco spiraliforme in cui sboccano i dotti della ghiandola digestiva o epatopancreas.
 Segue il retto, che si ripiega anteriormente terminando con l'apertura anale. La ghiandola digestiva è molto voluminosa e composta da 2 masse
 simmetriche parzialmente fuse (4 nel genere Nautilus). Attraverso i dotti viene versato nell'intestino il secreto ghiandolare composto da fermenti
 proteolitici e amilolitici.
 
 Un organo tipico dei Cefalopodi è la ghiandola del nero, che viene considerata come una ghiandola annessa al retto, nel quale sbocca, in vicinanza del
 foro anale. Questo organo, assente soltanto nei Nautilus e in qualche ottopode, ha la forma di un'ampolla ovoidale con un lungo collo. Nel fondo
 dell'ampolla vi è una porzione ghiandolare che produce dei granuli di melanina che stanno in sospensione in un liquido, l'inchiostro, che ha un alto
 potere di colorazione. Quando l'animale è irritato, espelle il nero, che attraverso il condotto fuoriesce dalla cavità palleale e da qui, mescolato con
 l'acqua presente nella cavità stessa, viene espulso violentemente dal sifone. L'animale si allontana con nuoto retrogrado lasciando dietro di sé una
 nubecola nera intensissima che disorienta l'eventuale aggressore e permette al cefalopode di allontanarsi indisturbato. Ogni volta che avviene
 l'emissione del nero, l'animale si schiarisce perdendo i colori caratteristici, per la brusca contrazione dei cromatofori.
 
 Apparato respiratorio:
 Si compone di 4 branchie nei Tetrabranchiati e di 2 branchie simmetriche nei Dibranchiati. Esse hanno la forma di una lama e sono costituite da un
 setto sul quale sono inserite lateralmente le lamelle respiratorie. Il bordo anteriore di ciascuna branchia è occupato dal vaso branchiale efferente che
 sbocca nell'atrio cardiaco corrispondente. Su ciascun lato questo vaso riceve i capillari che penetrano nelle lamelle branchiali di cui esse occupano il
 bordo esterno e dove avvengono gli scambi respiratori. Questi capillari si originano dal vaso afferente venoso che corre nella regione mediana del
 setto branchiale inferiormente al vaso efferente.
 
 Apparato circolatorio:
 Il cuore è situato nel pericardio ed è formato da 1 solo ventricolo e da 2 o 4 atri rispettivamente nei Dibranchiati e nei Tetrabranchiati. Come abbiamo
 accennato il sangue arterioso giunge direttamente dalle branchie agli atri portato dai vasi afferenti. Da qui raggiunge il ventricolo e viene spinto in una
 aorta che si dirige in senso cafalico e in una aorta viscerale che si dirige al tubo digerente e che vanno a irrorare i vari organi dell'animale. Il sangue
 venoso viene convogliato attraverso varie vene in una vena cava a pareti contrattili, che corre lungo l'aorta e riceve il sangue dai visceri e dal
 mantello. Questa vena si biforca in 2 vene discendenti che sboccano in cuori venosi o branchiali che hanno pareti contrattili. I cuori venosi sono
 dilatazioni delle vene branchiali afferenti e ricevono tutto il sangue venoso, che spingono nelle branchie e che torna al cuore, ossigenato, attraverso i
 vasi afferenti. Il sangue contiene l'emocianina disciolta, che ossidata diventa azzurra, e degli amebociti di piccole e grandi dimensioni: questi ultimi
 contengono granuli di escrezione. Il principale organo ematopoietico è il corpo bianco di Hansen, situato nella capsula ottica, dove si formano gli amebociti del sangue.
 
 Apparato escretore:
 Consiste in 2 reni sacciformi nei Dibranchiati e di 2 paia nei Tetrabranchiati. I reni comunicano con la cavità pericardiaca per mezzo di un nefrostoma,
 e sboccano all'esterno per mezzo di un dotto urinario. I tessuti venosi si appoggiano all'epitelio del sacchetto renale formando una rete di capillari da
 cui vengono filtrate le sostanze cataboliche. I cuori venosi sono rivestiti da un tessuto spugnoso considerato come linfoide, che deriva da
 proliferazione di cellule pericardiche. A questi organi, detti corpi linfoidi, viene attribuita una funzione escretrice e sono considerati omologhi agli organi
 o ghiandole di Keber dei Lamellibranchi.
 
 Apparato riproduttivo:
 I cefalopodi sono sempre dioici, cioè a sessi separati, le gonadi sono localizzate all'estremità posteriore del corpo e si aprono direttamente nella cavità
 celomatica. Da qui, i gameti vengono espulsi attraverso i pori genitali nella cavità palleale. Il maschio non libera gli spermi ma li impacchetta in
 spermatofore che deposita, tramite un tentacolo apposito detto ectocotile, nella cavità palleale della femmina. Per questo motivo rappresenta un
 particolare modello di fecondazione interna senza copulazione. La femmina depone grappoli di uova ricche di deutoplasma fissandole a substrati rigidi,
 dalle quali si originano tipicamente discoblastule che portano alla nascita di progenie simile alle forme adulte, priva di stadi larvali particolari.
 
 Annessi all'apparato femminile si trovano 2 paia di organi voluminosi, le ghiandole nidamentali, che sboccano all'esterno in prossimità del poro genitale
 femminile. Queste ghiandole, assenti negli Ottopodi, secernono una sostanza proteica che avvolge l'uovo appena uscito all'esterno, e che si indurisce
 a contatto con l'acqua. Le uova possono essere emesse riunite assieme in cordoni gelatinosi, oppure raggruppate in una specie di grappolo. Il
 testicolo ha l'aspetto di una massa delimitata da una membrana propria, che si apre con un orificio nel celoma genitale, che comunica con l'esterno
 mediante il dotto deferente. Dopo alcune circonvoluzioni il dotto deferente si allarga a formare una vescicola seminale, che comunica con il pericardio
 attraverso un canale genitopericardico, e dove gli spermi si accumulano. Il deferente si restringe di nuovo e riceve lo sbocco di una ghiandola
 prostatica e di una ghiandola mucosa. Nella sua porzione terminale il deferente si dilata e si torce su se stesso formando un'elica allungata: è questa
 la tasca di Need-ham.
 
 Gli spermi, nell'interno della vescicola seminale, vengono avvolti in particolari astucci chitinosi, le spermatofore, che sono prodotti dalla prostata e
 dalla ghiandola mucosa. La spermatofora consiste in un tubo chiuso ad una sua estremità e portante all'estremità opposta un opercolo munito di un
 lungo filamento; sul fondo della spermatofora sono accumulati gli spermi. Le spermatofore si accumulano nella tasca di Needham da dove vengono
 espulse cadendo nella cavità palleale. Vengono allora raccolte dall'organo dell'accoppiamento consistente in un braccio del maschio, detto ectocotile,
 il quale ha subito una forte modificazione che può interessare tutto il braccio o soltanto una sua estremità.
 Larva di polpo Nel polpo e nel moscardino (genere Eledone), l'ectocotile ha la forma di un cucchiaio, nel quale il maschio raccoglie le spermatofore che
 sporgono dalla tasca di Needham. Nella seppia è modificata la base del tentacolo ectocotile con la scomparsa e riduzione delle ventose in questa
 regione che accoglie le spermatofore. In Argonauta il braccio ectocotilizzato si stacca alla base e diviene autonomo e nuotando libero si porta sulla
 femmina fissandosi con le spermatofore nella cavità palleale: il braccio, caduco, viene rigenerato successivamente. Il nome di Hectocotylus era stato
 dato al braccio ectocotilizzato quando si credeva fosse un genere di verme parassita. In Nautilus 4 tentacoli ventrali si riuniscono appiattendosi
 funzionando come ectocotile che in questa specie è chiamato spadice.
 
 La fecondazione avviene nella seguente maniera: il maschio applica le spermatofore nella cavità palleale della femmina oppure in vicinanza della bocca
 (Nautilus e Sepia) per mezzo del braccio ectocotilizzato. Le spermatofore si rompono nella cavità palleale e gli spermatozoi entrano nell'ovidutto e
 penetrano nella cavità celomatica dove fecondano le uova prima che il guscio le avvolga.
 Sviluppo embrionale. Le uova, molto ricche di tuorlo, hanno il citoplasma localizzato in una zona superficiale discoidale libera dal tuorlo situato a un
 polo dell'uovo. La segmentazione avviene soltanto in questa zona ed è quindi di tipo discoidale analogamente a quanto si verifica nelle uova
 telolecitiche dei Vertebrati. L'embrione presenta precocemente una netta simmetria bilaterale. La massa del tuorlo diviene un sacco vitellino che viene gradualmente riassorbito durante i processi di sviluppo.
 
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