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Orango del Borneo Pongo pygmaeus Hominidae
Pongo pygmaeus: Orango del Borneo
Scimmia ominide, endemica del Borneo.

Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Superordine: Euarchontoglires
(clade): Euarchonta
Ordine: Primates
Sottordine: Haplorrhini
Infraordine: Simiiformes
Parvordine: Catarrhini
Superfamiglia: Hominoidea
Famiglia: Hominidae
Sottofamiglia: Ponginae
Genere: Pongo
Specie: Pongo pygmaeus Linnaeus, 1760

L'Orango del Borneo ha una vita media dai 35 ai 40 anni in natura; in cattività può invece raggiungere i 60 anni di età.

Gli oranghi arrivano ad una altezza di circa 1,4-1,7 m e pesano fino a 118 kg, mentre le femmine pesano intorno ai 50 kg.
Gli arti anteriori sono molto più lunghi e forti di quelli posteriori, e possono addirittura toccare le caviglie quando l'animale è in piedi; l'apertura delle braccia può anche superare i 2 metri.
Raggiunta la maturità sessuale intorno ai 12 anni, i maschi sviluppano guance carnose e larghe e con cui impressionano i rivali e le femmine; inoltre i maschi adulti presentano anche una sacca golare che amplifica il loro verso.
Hanno il pelo rossastro molto lungo sulle spalle, che forma una specie di mantello impermeabile.
I cuccioli alla nascita sono molto piccoli ma riescono subito ad arrampicarsi al pelo della madre.
Hanno gambe corte e deboli, le quali non riescono a sostenere a lungo il corpo in posizione eretta.
Le mani hanno quattro dita molto lunghe e un pollice opponibile che consente all'orango di salire sugli alberi e di prendere il cibo.
Hanno braccia molto lunghe e forti che usano per passare da un albero all'altro.
Hanno piedi larghi e piatti con dita lunghissime; l'alluce è opponibile e permette una presa solidissima.
Il cranio è molto robusto, dotato di mascelle e denti molto forti, in particolare nei maschi adulti.

Nel loro habitat naturale gli oranghi trascorrono la maggior parte della vita sugli alberi, perché le loro zampe non sono adatte per camminare sul terreno.
L'orango, utilizzando i rami degli alberi gode di un'ampia libertà di movimento.
Le fronde degli alberi costituiscono anche un valido riparo: ogni notte l'orango le usa per costruirsi un giaciglio sospeso sopra il terreno.

L'orango è un animale capace di relazionare molto bene con l'uomo. Riesce ad apprendere dal comportamento dell'uomo ed è in grado di compiere azioni simili ad esso (piantare chiodi, tagliare un pezzo di legno con la sega...), anche solo osservandolo.

L'orango è un grande mangiatore di frutta. Il 60% della dieta è basato sulla frutta selvatica: litchi, frutti del rambutan, dell'albero del pane, manghi e il suo frutto preferito, il durian. Tuttavia, l'elemento più importante nella dieta dell'orango sono i fichi soprattutto perché nascono in diversi periodi dell'anno.
Spesso si pensa erroneamente che nelle foreste tropicali il cibo, ad esempio frutta e fiori, sia facilmente reperibile. In realtà, questo cibo è distribuito in vari punti della foresta e se ne trova in abbondanza soltanto per vari periodi. Il comportamento e il metabolismo dell'orango si sono adattati a questa situazione. I piccoli apprendono dalla madre a selezionare gli alberi da frutto e sono capaci di ricordare i periodi in cui fruttificano. Quando l'orango trova frutti maturi, ne mangia fino a riempirsi per poi partire in cerca di un'altra fonte di cibo. Spesso capita che debba dividere un albero con i suoi simili o con altre scimmie e uccelli: si tratta di uno dei rari momenti in cui più oranghi si ritrovano nella stessa zona.
In mancanza di frutta l'orango mangia anche foglie, corteccia, bacche, noci, germogli e in casi eccezionali, insetti, vermi, piccoli vertebrati e uova d'uccello.

La maturità sessuale per le femmine in genere è 7 anni; il maschio tra i 13 e i 15 anni e si riproducono per tutto l'anno con un periodo di gestazione di circa 275 giorni e di solito mettono al mondo un solo cucciolo con una pausa tra le nascite 3-4 anni, a volte anche di più.

L'orango è diffuso nelle calde e umide foreste tropicali del Borneo e di Sumatra, che coprono bassipiani, colline e persino paludi costiere.

La caccia a questo animale è vietata, dato che questa specie è a rischio di estinzione.

Nel Borneo esiste un centro per la tutela di questi animali. La mascotte di questo centro, già dalla fine degli anni 70 è un orango femmina. Le sono stati insegnati più di trenta segni dell'alfabeto per le persone non udenti ed in tal modo riesce a interloquire con gli esseri umani.

In questo centro arrivano molti piccoli d'orango, spesso orfani, perché vengono uccise loro le madri per impossessarsi dei piccoli. Le donne-collaboratrici di questo centro fungono da madre a questi cuccioli. Controllando la dentatura ed esaminando pelo e sangue (Dna), i veterinari riescono a risalire all'età dell'animale. Gli oranghi rimangono 7/8 anni con la madre e spesso se le madri hanno altri cuccioli che allattano, diventano gelosi. Dopo essere stati curati e cresciuti gli oranghi vengono liberati in un parco naturale. Sotto la pelle gli viene inserito un microchip, in modo da poter riconoscere ogni individuo.