Home          

Tarsio spettro Tarsius tarsier Tarsiidae
Tarsius tarsier: Tarsio spettro o maki folletto
Primate della famiglia dei Tarsiidae, della quale rappresenta la specie tipo. Unico primate esclusivamente carnivoro.

Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Superordine: Euarchontoglires
(clade): Euarchonta
Ordine: Primates
Sottordine: Haplorrhini
Infraordine: Tarsiiformes
Famiglia: Tarsiidae
Genere: Tarsius
Specie: Tarsius tarsier Erxleben, 1777
Sinonimi: Tarsius spectrum Pallas, 1779

Vive principalmente nei bassipiani delle isole di Sulawesi e Selayar, in Indonesia, nelle aree di foresta pluviale secondaria, ossia rasa al suolo per qualche motivo e poi ricresciuta. Probabilmente, questa sua preferenza è attribuibile alla maggiore presenza di bambù, cespugli ed erba alta in questo tipo di foresta rispetto a quella di tipo primario.

Misura circa 35 cm di lunghezza, di cui i due terzi sono occupati dalla lunga coda, per un peso di 120 g.

Ha il mantello vellutato di colore grigio.
La coda è glabra e scagliosa, come quella dei ratti, ma presenta un ciuffo di peli scuri sulla punta.

Animale notturno, il tarsio spettro, manca del tapetum lucidum, in compenso ha occhi sono enormi, l'orbita oculare è di dimensioni maggiori dello stomaco e del cervello, e fissi nelle orbite, però può ruotare la testa di oltre 180°.
Le orecchie sono simili a cucchiaini e poggiano su corti manici tubolari.
La testa ed il corpo assieme raggiungono a stento la metà della lunghezza delle zampe posteriori, che si dividono in coscia, stinco e mano, tutti molto allungati e di lunghezza più o meno uguale l'uno all'altro.
La tibia e la fibula di questi animali sono fuse assieme nella parte terminale, così da assorbire l'urto creato dall'impatto con una superficie mentre l'animale salta di ramo in ramo.

Le mani presentano dita assai allungate e terminanti con polpastrelli rigonfi, che permettono all'animale una presa sicura anche su superfici quasi lisce.
I polpastrelli adesivi, tuttavia, sono meno evoluti rispetto a quelli di altre specie, come ad esempio Tarsius syrichta.
L'indice ed il medio sono dotate di speciali artigli per l'attività di grooming, mentre le altre dita presentano unghie simili a quelle umane.

Animale dalle abitudini crepuscolari e notturne, di giorno riposa nel folto del fogliame in posizione verticale, mentre al tramonto, appena sveglio, comincia prima di tutto a nettarsi il pelo (grooming), e dopo va alla ricerca di prede fino al mattino.

Grazie alle lunghe zampe posteriori, può spiccare salti anche di 6 m; durante il salto, l'animale ruota prima le zampe anteriori e poi le posteriori, mentre la coda funge da bilanciere.
Al suolo, l'animale si muove saltellando lateralmente con la coda tenuta in verticale, come i sifaka malgasci.

Vive solitario od in piccoli gruppi familiari, ognuno dei quali possiede un proprio territorio che difende gelosamente se necessario, ma gli scontri sono rari, in quanto i tarsi marcano più volte i confini dei propri territori con urina e secrezioni ghiandolari, in particolare il tarsio possiede una ghiandola epigastrica al livello del petto.
I vari componenti della coppia o del gruppo si tengono in contatto tramite vocalizzazioni: spesso il maschio e la femmina si esibiscono in veri e propri duetti dalla funzione di demarcazione territoriale.

Sono animali prevalentemente insettivori, che integrano con piccoli vertebrati, riuscendo a catturare perfino i pipistrelli al volo.

La preda viene individuata principalmente grazie all'udito, e spesso chiude gli occhi al momento dell'attacco, probabilmente allo scopo di difenderli.
Avvistata la preda, il tarsio si avvicina cautamente, per poi saltarle addosso in modo fulmineo e la uccide a morsi e si nutre di tutto, piume, becco, esoscheletro ed ossa, su un ramo prescelto a partire dalla testa.

In base al tempo impiegato dalla femmina per crescere una cucciolata, si suppone che questi animali possano riprodursi ogni 9-10 mesi.
Le coppie sono molto salde, l'accoppiamento può avvenire durante tutto l'arco dell'anno.
La gestazione dura circa 6 mesi e al termine viene dato alla luce un unico cucciolo, già ricoperto di pelo e con gli occhi aperti.
Poco altro si conosce sulla riproduzione di questa specie, ma si pensa che non sia assai dissimile da quella del congenere Tarsius syrichta.

Il tarsio necessita di cibo vivo per mantenersi ed in mancanza di questo muore in pochi giorni e se lo si separa dal suo compagno, è facile che ambedue si lascino morire d'inedia.

Se catturato, si spaventa a tal punto da impazzire fino a battere la testa contro una parete o le sbarre della gabbia.

Questo animale è di fondamentale importanza per gli studiosi, che lo ritengono l'anello mancante fra le proscimmie, fra le quali un tempo veniva classificato, e le scimmie vere e proprie.
La specie, col vecchio nome Tarsius spectrum, era considerata un contenitore a cui venivano ascritte come sottospecie gran parte dei Tarsiidae.
Dopo il riordino della specie da parte degli studiosi, sono state classificate ex novo quattro nuove specie:
Tarsius dentatus da Tarsius spectrum dentatus
Tarsius pelengensis da Tarsius spectrum pelengensis
Tarsius pumilus da Tarsius spectrum pumilus
Tarsius sangirensis da Tarsius spectrum sangirensis